Federica raddoppia dopo lo splendido argento in gigante con la medaglia di bronzo nella combinata alpina femminile alle Olimpiadi di Pechino 2022.
Per Federica Brignone quella di oggi è la terza medagla olimpica in carriera dopo il bronzo in gigante a Pyeongchang 2018.
Federica ha risposto sul campo alle polemiche scatenate dalla dichiarazione della madre “Ninna Quario” che vi riporto di seguito. RIcordo che la mamma è stata una campionessa della Valanga Rosa.
Ben venga anche la sana competizione dialettica se porta successi e medaglie, non drammatizzerei troppo per le parole di Ninna Quario….e poi la mamma di Federica non è Federica!
“Per la seconda volta nella mia lunga carriera da giornalista dello sci ho insinuato che un infortunio di Sofia Goggia non fosse proprio così grave, se dopo 40 giorni (lo scorso anno) e 23 stavolta, lei fosse pronta ad affrontare una gara di discesa libera (dopo tre giorni di prove, va da sé) con salti e curve a 130 all’ora“
“Mi cospargo il capo di cenere. Chiedo umilmente scusa. Il problema è che fino a ieri l’avevo sempre considerata una sciatrice come le altre, con doti uniche e rare, certo, ma tutto sommato umana. Mi sbagliavo. Forse però è il senso della parola grave che mi è sfuggito e a questo punto dovremo trovare un nuovo aggettivo per definire gli infortuni di atlete e atleti, che in seguito a una brutta caduta tornano dopo sei mesi se va bene, più spesso dopo un anno, e quando tornano fanno una fatica d’inferno non dico a vincere le gare o le medaglie, ma più semplicemente a sciare come prima fidandosi al 100%“
Ribadisco le mie scuse e penso che il vero miracolo Sofia lo abbia fatto riuscendo a rialzarsi subito dopo la terrificante caduta di Cortina, con la diagnosi che tutti ormai conosciamo. Dove sta il problema allora? Sta nel fatto che le mie terribili colpe, la mia diffidenza venga presentata come l’esternazione o peggio lo sfogo della “mamma della Brignone”. Questo no, non lo accetto e mi girano anche un po’ le scatole“.
“Faccio questo mestiere e mi sono iper specializzata sullo sci alpino e gli sport invernali dal 1986, anno in cui mi sono ritirata dall’agonismo dopo 12 stagioni in Nazionale. 1974-2020: vivo di sci e mastico sci da 48 anni dunque, volete concedermi un po’ di competenza ed esperienza nel settore? Io me lo concedo e vi dico anche nel 1986 quando iniziai a scrivere, Federica non solo non era ancora nata, ma non era nemmeno nei miei pensieri“.
Ho anche osato dire che Goggia è egocentrica. Sì, lo ribadisco e sfido chiunque a dimostrarmi il contrario, pronta a fornire diversi esempi per avvalorare la mia tesi. Vi do solo l’ultimo in ordine temporale: non vi sembra egocentrica una persona che molte ore dopo la gara telefona a casa non per condividere la sua gioia e il suo orgoglio ma per sapere quali sono state in Italia le reazioni alla sua medaglia? Ribadisco le mie scuse se ho offeso qualcuno, ma confermo tutto quello che ho detto a Radio Capital
“Sono pronta ad affrontare le gravi (queste sì, lo saranno) conseguenze di non essermi mai prostrata ai piedi di Sofia Goggia. Spero solo che a pagarne le conseguenze non sia anche mia figlia: sarebbe davvero ingiusto“